Scelta del nome: fatto. Realizzazione del logo: fatto. Pratiche di registrazione del logo/marchio: fatto. Ok l’agenzia che ha realizzato il logo per la tua azienda o il tuo prodotto ha fatto tutto.
Sicuro? E la brand guide line? Ti ha fornito un documento con le linee guida sull’utilizzo grafico del tuo nuovo logo?
Molte persone credono che sia un documento inutile, una perdita di tempo da pagare, ma di cui in realtà si può fare benissimo a meno, ma l’esperienza ci ha insegnato che non è così ed il consiglio della settimana riguarda esattamente questo: pretendete sempre che vi vengano fornite chiare indicazioni su come il vostro logo può essere declinato, le varianti accettate e quelle da evitare.
Una buona guide line indica le proporzioni delle varie parti grafiche che formano il logo, i colori pantone da utilizzare, le dimensioni minime ottimali, le varianti accettate verticale/orizzontale, positivo/negativo, a colori o monocromatico, con o senza pay off, eventuali colori da abbinare estranei a quelli del logo. In tanti ora starete dicendo “è solo questione di buon senso non serve un manuale” ed allora vi faccio un esempio che spero vi illuminerà.
Dunque dicevamo, il logo è pronto, supponiamo dobbiate realizzare la targa esterna della vostra attività, la volete in alluminio, ma non serigrafata, bensì intagliata (dura di più ed è più di impatto) supponiamo che il vostro logo sia questo…
..non il pipistrello di Batman, ma il negativo, quello sembra una bocca sdentata vista da dentro!
Mandate il logo al laboratorio di taglio che realizza la targa. Solo che la persona che realizza il lavoro, non sa chi siete, che lavoro fate e non sa che non siete Batman e … non ha la vostra brand guide line e quindi realizza questo:
Senza l’ovale intorno, la bocca sdentata non si vede, si vede solo il pipistrello di Batman.
E’ ovviamente un esempio forzato, esagerato, giocato sulla poca professionalità del laboratorio delle targhe che avrebbe dovuto fornire una bozza per approvazione, ma se unitamente al logo si fosse inviata la guide line non ci sarebbe stato margine di errore.
La stessa cosa varrebbe se doveste decidere di realizzare una pagina pubblicitaria su una rivista: il grafico dell’editore vi propone una bozza in cui il vostro logo, di colore giallo, viene poggiato su un fondo bianco, con il risultato che risulta….invisibile. Ricordate, non siete Batman e comunque non è uno dei suoi super poteri l’invisibilità. In questo caso la vostra guide line avrebbe potuto suggerire al grafico in questione di utilizzare la versione nera o negativa del logo, o il logo con riquadro e fondo (se previsto) ed il problema non si sarebbe posto.
Il vantaggio di avere un piccolo manuale con le linee guida per l’utilizzo appropriato del vostro logo/marchio è che vi permetterà di mettere d’accordo tutti, di avere coerenza su tutti i vostri supporti di immagine e promozione, senza dubbi o interpretazioni differenti.
Attenzione però, per quanto importante, la guide line non è la Costituzione, i cui articoli possono essere modificati solo con un referendum: potrete sempre, in casi eccezionali badate bene, mettere in atto eccezioni alle regole indicate, purché, in questo caso sì, siano fatte sempre sotto il segno del “buon senso”.